Consapevolezza personale e rielaborazione del trauma, un percorso verso se stessi guidati dal Dott. Casteller Mirco del Centro Medico Torre

Consapevolezza personale e rielaborazione del trauma, un percorso verso se stessi guidati dal Dott. Casteller Mirco del Centro Medico Torre

In un epoca sempre più ricca di stimoli si incorre in un sovraccarico di stress, dove la psicoterapia può supportare il cliente, come? attraverso quali tecniche? Scopriamolo insieme al Dott. Casteller, psicologo e psicoterapeuta del Centro Medico Torre.

Dott. Casteller Mirco per prima cosa le chiediamo di presentarsi: dov’è si è laureato e in cos’è specializzato?

Nasco come dirigente di alto livello in una grande associazione di categoria e come responsabile delle risorse umane e del personale, ruoli che ho ricoperto per quasi vent’anni. Nel mio percorso di vita ho intrapreso poi quello che da sempre era un sogno: la pratica clinica, che esercito da ormai dieci anni.
Ho scelto questa specializzazione perchè da sempre sono affascinato dalla mente umana, insieme ai suoi meccanismi ed i processi di rielaborazione della patologia. Ritengo la psicoterapia uno strumento ottimale per la cura della persona che va ben oltre la farmacologia.
Durante la mia formazione ho conseguito la specializzazione come psicoterapeuta di carattere costruttivista, corrente che ha come focus di lavoro i costrutti primari dell’individuo. Intraprendere questo percorso è stata una scelta di vita che coincide con la mia missione di cura della persona.

Gli indicatori utili per capire che è il momento di rivolgersi a uno psicologo ed i benefici della terapia:

Un segnale che indica tale necessità può essere rappresentato dalla curiosità o dalla consapevolezza di essere in un momento di cambiamento, un periodo difficile, di fronte ad una prova o ad una sfida nella propria vita. Si denotano, d’altra parte, segnali di carattere clinico, come l’identificazione da parte della persona di pensieri costanti e ripetitivi riguardo problematiche personali o esterne. Altro sintomo può essere la comparsa di pensieri, comportamenti o stati che influenzano negativamente la routine, l’ambiente familiare e la propria professionale, oppure la messa in atto di azioni eccessive e violente.

Riassumendo, l’elemento distintivo può essere identificato con un senso di disagio che non permette di utilizzare al meglio le risorse personali.

Ma quali sono le differenze principali per distinguere la figura di uno psicologo da quella di uno psicoterapeuta?

A livello pratico la differenza tra le due figure consiste nel tipo di formazione: per il conseguimento del titolo di psicoterapeuta si prevede lo svolgimento di 4 anni di specializzazione a conclusione della laurea magistrale; quindi, il percorso formativo totale dello psicoterapeuta è di undici anni, mentre quello dello psicologo ammonta a cinque e coincide con il conseguimento della laurea magistrale.
L’implicazione operativa sostanziale è la seguente: lo psicologo non ha la possibilità di realizzare relazioni cliniche o certificazioni, per le quali è infatti necessaria la firma di uno psicoterapeuta. Se da un lato lo psicologo si concentra nello svolgimento delle attività di prevenzione, diagnosi, intervento, promozione della salute, abilitazione e sostegno in ambito psicologico rivolto ad un singolo o una coppia, lo psicoterapeuta ha la funzione di condurre il percorso di terapia a fini curativi e di diagnosi, intervenendo e curando il paziente.

EMDR, una nuova tecnica per rielaborare il trauma

L’EMDR consiste di una tecnica pressoché “chirurgica” che permette la rielaborazione del trauma rendendolo maggiormente cognitivo; tale tecnica prevede la facilitazione, la rielaborazione e il conseguente dialogo durante la terapia, con il risultato di migliorare il benessere generale della persona. La reazione all’EMDR è molto personale, ognuno può infatti rispondere in maniera più o meno intensa e diversificata, affrontando direttamente il trauma. Attraverso tale tecnica, il flusso del trauma passa dall’ipotalamo alla corteccia celebrale e, di fronte a questo, la tendenza del paziente è quella di vibrare o di piangere; grazie a questo meccanismo, il trauma potrà essere rielaborato. Il fondamento dell’EMDR consiste nella stimolazione alternativa dei due emisferi celebrali, con il riferimento contemporaneo all’immagine traumatica e alle sensazioni fisiche.
Attraverso la stimolazione bilaterale si crea la doppia focalizzazione, ovvero vengono messe in relazione amigdala, ippocampo e corteccia celebrale. Tale desensibilizzazione ed il conseguente cambiamento di prospettiva in ambito cognitivo, osservabili durante una seduta di EMDR, riflettono l’elaborazione del ricordo dell’esperienza traumatica, modificano le valutazioni cognitive su di sè, incorporando emozioni adeguate alla situazione ed eliminando sensazioni fisiche disturbanti.
In conclusione, il paziente ha la possibilità di ricordare l’evento e l’esperienza vissuta, percependoli però come ‘parte del passato’: il contenuto del vissuto è totalmente integrato in una prospettiva più adulta, provocando meno dolore e raggiungendo una visione più matura e funzionale della sofferenza, che viene nettamente ridimensionata. A differenza dell’ipnosi, durante l’EMDR il paziente rimane sempre in uno stato vigile, evitando la problematica del racconto di ciò che è stato detto.

Perchè intraprendere un percorso di psicoterapia? Il consiglio dell’esperto

Secondo la mia esperienza clinica lo consiglierei a tutti, in particolare a chi è disposto a fare un lavoro su e con se stesso, a chi ha il coraggio di prendere coscienza e consapevolezza della propria vita e del necessario cambiamento anche se traumatico. Perchè lo consiglierei? Perchè non bisogna mai darsi per scontato e
smettere di prendersi cura di noi stessi, sia per la propria evoluzione che il benessere di chi ci sta a fianco. Il concetto di “senso della propria vita” è il concetto distintivo in questo periodo storico, a mio avviso la psicoterapia aiuta il soggetto ad essere consapevole dei motivi per il quale è chiamato ad essere se stesso.

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