L’embriologo clinico è un biologo che svolge un ruolo primario nella procreazione assistita e che possiede specifiche competenze nell’ambito della biologia della riproduzione umana, con abilità tecniche utili all’esecuzione delle metodiche richieste dalle esigenze cliniche delle coppie coinvolte.
Il biologo della riproduzione è il professionista di riferimento al quale le coppie infertili possono richiedere tutte le informazioni che riguardano il processo di recupero dei gameti (cellule uovo e spermatozoi), il loro trattamento e la loro unione al fine di generare gli embrioni utili per il trasferimento in utero. Inoltre, è responsabile della crioconservazione degli embrioni sovrannumerari e della loro conservazione oltre che alla crioconservazione degli ovociti e spermatozoi per la tutela della fertilità di pazienti oncologici.
Dott.ssa Castelli per prima cosa le chiediamo di presentarsi: dov’è si è laureata e in cos’è specializzata?
Sono Laureata in Biotecnologie Mediche (Laurea Triennale) ed in Biologia Molecolare e Funzionale (Laurea Magistrale), presso l’Università degli Studi di Milano e Milano-Bicocca. Ho iniziato la mia esperienza lavorativa (di tirocinio volontario) presso la Clinica Mangiagalli di Milano, dove ho acquisito le competenze in seminologia, crioconservazione del liquido seminale e preparazione del liquido seminale per tecniche di PMA di I, II, III livello, TESA e MESA-TESE. Purtroppo, ad oggi, non esite ancora una specialità che formi l’embriologo clinico, bensì un biologo diventa tale dopo anni di esperienza in questo settore, acquisendo competenze sempre più approfondite da personale altamente qualificato.
Dopo la prima fase (durata 5 anni) di tirocinio volontario, ho continuato la mia attività lavorativa presso la Clinica Città Studi di Milano, acquisendo competenze e totale autonomia nel laboratorio di embriologia e crioconservazione dei gameti femminili ed embrioni sia con il congelamento lento che con la vitrificazione.
Dal 2011 a dicembre 2020 sono stata Responsabile del laboratorio PMA presso il Centro “Diagnostica Pavanello” di Padova. Successivamente, dal 2017 al 2020 ho prestato servizio come consulente biologa presso la S.S.D. di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Azienda Ospedaliera di Pordenone, svolgendo l’attività in laboratorio di embriologia e crioconservazione di gameti femminili ed embrioni e PMA eterologa.
Infine, dal 2018 ad oggi sono biologa della riproduzione presso il Centro di Medicina gruppo Provitae di S.Donà di Piave dove occupo principalmente di PMA di II livello e PMA eterologa e da un anno collaborocome consulente biologa della riproduzione presso il Centro Medico Torre.
Sono membro della Società Italiana Embriologia Riproduzione e Ricerca (SIERR) e dal 2022 sono Coordinatrice Regionale Veneto della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU), di cui faccio parte.
Dottoressa, partiamo dalle basi: che cos’è la PMA?
La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è un insieme di tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte quelle coppie che dopo circa due anni di rapporti non protetti e desiderosi di un figlio, non riescono ad ottenere una gravidanza.
La PMA si avvale di diversi tipi di tecniche che comportano la manipolazione di gameti ed embrioni, ed in base alla loro complessità e al grado di invasività della tecnica, vengono definite di I, II e III livello.
Quali sono le differenze tecniche di procreazione medicalmente assistita PMA?
Le tecniche di PMA utilizzate sono principalmente tre:
L’ inseminazione intra–uterina (I.U.I), rientra nelle metodiche di I livello, in vivo. Presupposti per l’accesso a questa metodica sono l’età della paziente (non superiore ai 35 anni), pervietà tubarica e buona qualità del liquido seminale del partner.
È la meno invasiva e richiede una blanda stimolazione ovarica che porti alla formazione di massimo 2 follicoli per poter essere eseguita. Nello specifico, consiste nella capacitazione del liquido seminale del marito ed al rilascio di quest’ultimo, tramite un sottilissimo catetere, all’interno della cavità uterina della compagna.
Procedendo con ordine di complessità troveremo poi le metodiche di II livello: FIVET (in vitro fertilization and embryo transfer) ed ICSI (Intra citoplasmatic sperm injection).
In questi casi la paziente dovrà subire una stimolazione ovarica più intensa, in modo da poter recuperare il maggior numero di ovociti necessari alla fecondazione mediante il seme capacitato del partner. In entrambi i casi la fecondazione avviene all’esterno del corpo della donna, in vitro.
Nello specifico, i presupposti alla Fivet sarebbero la buona qualità del liquido seminale e una buona qualità ovocitaria. Con questa metodica, infatti, gli ovociti recuperati vengono messi in contatto in una piastrina e lasciati incubare tutta la notte durante la quale, naturalmente, lo spermatozoo migliore, penetrerà l’ovocita, fecondandolo. Successivamente, dopo una coltura di 3-5 giorni, si trasferirà l’embrione/blastocisti migliore crioconservando eventuali embrioni /blastocisti sovrannumerari/e.
La metodica ICSI viene eseguita in tutti i casi di fallimento delle metodiche precedenti e soprattutto nei casi di liquidi seminali critici (costituiti da una bassa concentrazione e motilità spermatica),
in questo caso, gli ovociti recuperati in seguito al pick-up, vengono decumulati ed iniettati singolarmente. Durante questa fase è il biologo che sceglie lo spermatozoo morfologicamente “migliore” per poi iniettarlo all’interno del citoplasma ovocitario. Anche in questo caso, in seguito alla fertilizzazione degli ovociti, si deciderà il giorno del trasferimento embrionario in utero (3°/5° giorno) e la successiva crioconservazione degli embrioni sovrannumerari formati.
Infine, le tecniche di III livello comprendono la mesa-tese/micro–tese che consistono nel recupero spermatico chirurgico direttamente dal testicolo o dall’epididimo e successivo trattamento di estrazione e selezione spermatica per la ICSI.
Perché rivolgersi al Centro Medico Torre e a lei (biologa della riproduzione/embriologa) se si vuole intraprendere un percorso di questo tipo?
Il Centro medico Torre è dotato di un team di specialisti molto preparati. L’ambiente è tranquillo e curato e questo nel caso di pazienti PMA aiuta molto. Ci si sente coccolati e tutelati nella privacy. Quando la coppia“scopre” di avere difficoltà nel concepire un figlio, infatti, spesso si sente “diversa”, inadatta.
La consulenza con la biologa è importante: è il primo passo– anzi il “traghetto”– che indica e conduce al percorso più idoneo le coppie che, nel momento in cui scoprono la base della loro infertilità, si sentono solee disorientate.
Il mio compito, dunque, è aiutare queste persone a capire che il problema dell’infertilità colpisce circa il 15% delle coppie e illustrare loro i percorsi che potrebbero intraprendere per riuscire a realizzare il loro sogno di genitorialità, in modo da prepararli e vivere più serenamente e con consapevolezza il periodo che andranno ad affrontare.